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Infatti, fino a quel momento, nostra nonna e nostro padre scendevano sempre a piedi a Scena o persino in città per comprare gli alimenti necessari per vivere oppure per andare a messa. Con lo zaino pieno in spalla, al loro ritorno dovevano camminare per due ore percorrendo il sentiero ripido su per il monte di Scena che li portava a casa.Nello stesso periodo e dopo che la linea della teleferica fu prolungata, anche i primi “stranieri”, come furono chiamati all’epoca i turisti che vennero a Scena, iniziarono ad interessarsi alla funivia e vollero salire al Taser per mangiare i celebri canederli della Signora Gamper.Come modo di comunicazione alla stazione a valle fu installato un vecchio telefono a manovella, che poi suonava al maso del Taser. In quel momento bisognava salire sulla funivia e aspettare finché alla stazione a monte nostro padre o il nostro garzone Gilli Gilg non accendessero il motore elettrico. Una volta partiti, per frenare si tirava una leva manuale quando si vedeva l’ultimo pilone prima della stazione a valle. Se, scendendo, molte persone o molto materiale era stato collocato sulla funivia, bisognava cercare di evitare che la cassa prendesse troppa velocità e che si schiantasse contro la stazione a valle.Con questa teleferica negli anni furono trasportati diversi materiali, mattoni, cemento e altri materiali di costruzione dal Rieserstadel. Così, per 10 anni, la teleferica soddisfece i bisogni della nostra famiglia, di molti contadini di montagna e anche dei turisti.Però nostro padre era sempre stato aperto alle novità e si interessava al perfezionamento tecnico. Così, verso la fine degli anni 50, si informò sulle possibilità di costruire un impianto regolare e pubblico per il trasporto di persone. Il Dott. Friedl Volgger che in quegli anni venne spesso a trascorrere le vacanze alla malga Taser, gli indicò la possibilità di fare domanda per richiedere contributi provinciali per il suo progetto. Infatti, la funivia poteva essere classificata come mezzo di trasporto pubblico, visto che ancora non era stata costruita una strada che percorreva la montagna di Scena. Così nostro padre nell’anno 1962 tentò il rischio e si lanciò - la costruzione della funivia a sei persone era un progetto di 40 milioni di lire.Nonostante a nostro padre fu assicurato un contributo provinciale del 50%, il progetto rappresentò comunque un rischio elevato, perché dovette indebitarsi di 18 milioni. Un piccolo aneddoto a proposito della Banca Raiffeisen di Scena: Questa non voleva concedergli un credito di più di 12 milioni di lire perché nostro padre possedeva soltanto un maso di montagna a 1450 metri di altezza che non valeva moltissimo. Anche se aveva due garanti, i sei milioni di lire mancanti non gli furono concessi. Così dovette andarci di mezzo nostra madre. I nostri genitori erano sposati da un anno, nostra madre proviene da Maia Alta, dal maso Tonner, ma da maestra d’asilo non guadagnava tantissimo. Ma grazie a suo padre, il contadino del Tonner Franz Innerhofer, nostro padre ricevette il credito mancante di 6 millioni di Lire dalla Raika di Obermais. Così la costruzione della funivia potette iniziare.Nota: Anche noi oggi ci esponiamo a un rischio costruendo una nuova funivia, però finora la Raika di Scena ci ha concesso il credito.Pagina 14 | 29


































































































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